Agnes Herczeg, legno e ricamo.
Una gomma strana
che nessun dolore
annuncia
sfuma contorni
rispettando la par condicio destra e sinistra
toglie un poco di rosso a labbra
il castano ai capelli
l'ocra alle mani e luce all’incarnato
mi vuole evanescente e bianca
tatuata e inguardabile.
Sono un pioppo d’argine
scarno di foglie fiammanti, oscillo al freddo
scarno di foglie fiammanti, oscillo al freddo
diversa e già smemorata
di sguardi curiosi che si impigliano su me
di sguardi curiosi che si impigliano su me
come pungenti unghie di gatto su fragile seta.
Coriandoli dalle mani risalgono braccia
si uniscono
discutono accordandosi per ambigui decori
discutono accordandosi per ambigui decori
lasciano addosso sentieri, mancamenti azzurrini
improvvisi vuoti
come neri buchi stellari
come neri buchi stellari
Sfuggo così da perfezioni, sogni colorati
ambizioni impossibili
e mi allontano dagli altri a piccoli balzi
distanze e assenze sempre più
lunghe...